Città da 15 minuti: a Torino la vita è più facile

Città da 15 minuti: a Torino la vita è più facile

Città da 15 minuti: a Torino la vita è più facile


Le città possono essere giudicate dalle proprie dimensioni, dall’accumulo di capitale, dall’immagine pubblica, dalla presenza di scene creative e produttive vibranti e accese. Ma a volte il termometro di una città può essere – letteralmente – il termometro. È il 23 novembre 2022, a Torino, sono le 7,45. Sei un po’ malato, un po’ febbricitante (37,5) eppure devi per forza portare a termine alcuni ingrati compiti di quello strano videogame che è l’esistenza, cose ben poco attraenti, come fare rapidamente un test Covid in farmacia (via San Francesco d’Assisi, negativo) pagare delle multe (540 euro, tabaccheria di via Pietro Micca) o più gratificanti (ancorché faticose) come portare tre bambini di cinque anni all’asilo (via Cavour, centro) infine portare a tuo papà due kg di mele e altra frutta, comprata al volo a un mercato lungo la strada (via San Secondo), senza incontrarlo direttamente, per non attaccargli eventuali altri virus (via Vespucci, quartiere Crocetta), per poi finalmente giungere a dimora (via Santa Giulia, quartiere Vanchiglia) e conquistare una parentesi di immobilità e riposo (sono vite nelle quali ‘mettersi a lettò è un privilegio da conquistare piantando le unghie nella lista di missioni cui assegnare la spunta verde, fatto. Sono le 8,45.

Normalmente tutte queste missioni (cui si aggiungono di solito tre viaggi a Milano alla settimana (Porta Susa) e almeno un aereo ogni due settimane (Caselle), le svolgi in moto, il che rende ogni svolta ogni passaggio lieve come le ali di Ermes; ma siamo quasi a dicembre, per quanto in era di cambiamento climatico, e forse ti sei raffreddato proprio perché nella tua testa è sempre maggio. In questo caso, per non soccombere ai brividi e alle ossa urlanti, hai preso un taxi. Tutto (a parte il test Covid, fatto andando a piedi), si è svolto con la gentile assistenza di una tassista donna (sempre scegliere tassiste donne, il mondo sarebbe migliore se vi fossero solo taxi femminili), una serie di stop and go, un’auto ibrida, che a ogni missione aspettava e poi ripartiva per la tappa successiva. Tempo reale di transito nel traffico, 45 minuti, prezzo 29 euro.

Se prendete una mappa della città e segnate i diversi episodi di questo pellegrinaggio (considerando le corsie preferenziali), capite anche se non siete di Torino che abbiamo attraversato almeno 3 quartieri diversi, rispettato quasi tutti gli orari e le consegne, e se fossimo stati in motorino avremmo fatto anche prima (e speso meno).
 

Torino è la città italiana cui l’orizzonte dei 15 minutes city, una vicinanza radicale di servizi e negozi e uffici, almeno se si vive nelle zone prossime al centro, è pienamente realizzata, e se i 15 minuti sono diventati 45 è solo perché a chi scrive piace vivere pericolosamente, accumulare livelli del gioco, e il taxi in questo caso è un’eccezione, perché quando sei afflitto da sintomi influenzali è meglio non guidare e portare a dimora il risultato senza rischiare di peggiorare la situazione.

Se si aggiunge che Porta Susa è a 40 minuti dalla città forse più energeticamente importante del sud Europa (Milano), cui Torino deve a mio parere inevitabilmente agganciarsi in una sorta di ‘Milangeles’ diffusa, e che con un po’ di fortuna la febbre passerà, e tornerai a sfrecciare con gli occhi umidi in mezzo alle auto, si può comprendere una buona metà delle ragioni per cui se hai una famiglia numerosa e un’alta mobilità Torino è la città ideale in Italia (affitti compresi). L’altra metà è la bellezza, i parchi, il fiume che ha ripreso finalmente un po’ d’acqua dopo la siccità, i musei e la cultura, le trattorie perfette. La vita, quando non hai la febbre.

L’autore
Gianluigi Ricuperati, 46 anni, torinese, ha pubblicato con Minimux fax, Laterza e Bur-Rcs. Con Stefano Boeri ha diretto Festarch.

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Le mappe del nostro tempo
 

Dieci parametri per capire quali metropoli possono già ambire ad essere davvero città da 15 minuti. Sono nate così le mappe e le classifiche di Citychrone-15 minutes nei Sony Computer Science Laboratories (Csl). Laboratori che si occupano di ricerca in campo urbanistico e sociale e che hanno una sede anche qui in Italia, sotto la guida di Vittorio Loreto. Ha 54 anni, è professore di Fisica dei sistemi complessi alla Sapienza di Roma, al Complexity Science Hub di Vienna e direttore dei Sony Csl dove guida il gruppo di Innovation, Creativity and Artificial Intelligence.

Si tratta di mappe geografiche del tempo, il nostro tempo: quello che impieghiamo per portare a scuola i figli, andare a lavoro, comprare beni di prima necessità, partecipare ad attività culturali dal cinema al teatro, recarsi in palestra, raggiungere uno studio medico o un ospedale, fare esercizio all’aria aperta, mangiare al ristorante, fare acquisti, accedere ad un mezzo di trasporto pubblico.

La classifica. In base a 10 parametri compresi gli spostamenti da casa al lavoro (Sony Computer Science Laboratories - Csl)

La classifica. In base a 10 parametri compresi gli spostamenti da dimora al lavoro (Sony Computer Science Laboratories – Csl

“Il parametro tempo misura la disponibilità ma non la qualità. Ma è già un primo passo”, racconta Loreto. “Intendo dire che se in una certa area c’è un ospedale, potrebbe però essere una struttura specialistica oppure con una reputazione bassa e allora la sua presenza non sempre cambia le cose. In futuro quindi aggiungeremo anche il livello qualitativo dei singoli servizi. Stiamo poi lavorando su algoritmi che, in maniera automatica, li aggiungono simulando l’impatto in una certa zona così da avere un’idea di cosa serva esattamente per migliorarla. Abbiamo fatto noi stessi una prova con Acilia, ai margini di Roma, che ha pochi servizi”.

Ogni aspetto può essere osservato singolarmente, mentre la media fra tutti è quella che ha generato le classifiche. In quelle europee però mancano i dati per raggiungere il posto di lavoro, che è un tassello fondamentale. La distanza fra la propria abitazione e l’ufficio, spesso in zone diverse, è quella che impatta di più nell’aumento delle percorrenze. Scuole, ristoranti, ospedali, cinema, sono tutti servizi che possono essere aperti o costruiti in un quartiere e in genere si hanno più opzioni di scelta. Non avviene la stessa cosa per l’ufficio. Mentre la disponibilità dei vari servizi è ricostruibile attraverso informazioni pubbliche e gratuite, il tragitto fra dimora e lavoro va calcolato sui dati delle Sim provenienti dalle compagnie telefoniche resi anonimi, che non sono né pubblici né gratuiti. Di qui la differenza fra le città europee e italiane che quindi non sono paragonabili. L’altro limite sta nella stazza delle metropoli prese in esame, quelle sopra i 100mila abitanti. Tanti centri medio piccoli restano fuori quindi.

“Se vogliamo trasformare le nostre città, dobbiamo ripensare da capo il rapporto che esiste fra territorio e luoghi di lavoro. Altrimenti non c’è modo di renderle più sostenibili”, ha spiegato Paola Viganò, professoressa dell’Università di Venezia e a capo del laboratorio di urbanistica del Politecnico di Losanna, quando l’abbiamo incontrata in Svizzera. Le classifiche di per sé non sono il nocciolo della questione, per quanto possa divertire scorrerle per trovare conferme o smentite delle proprie convinzioni su una certa città. Specie quelle agli ultimi posti. Conta di più avere uno strumento basato sull’intelligenza artificiale, per capire dove viviamo.



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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-12-19 07:47:01 ,

www.repubblica.it

[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-12-19 07:47:01 ,
Il post dal titolo: Città da 15 minuti: a Torino la vita è più facile scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-12-19 07:47:01 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue

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